Il disagio giovanile è oggi uno dei temi più urgenti e complessi del panorama sociale italiano. Sempre più ragazzi e ragazze tra i 10 e i 25 anni manifestano forme di sofferenza psicologica, legate non solo alla salute mentale ma anche a fattori economici, culturali, educativi e digitali.
Ansia, isolamento, insicurezza, disturbi alimentari e difficoltà relazionali sono solo alcune delle espressioni di un malessere profondo che troppo spesso resta inascoltato. In questo articolo analizziamo le cause e le conseguenze del fenomeno, prendendo come riferimento i dati più recenti a disposizione.
Numeri e statistiche del fenomeno
Un’indagine di facile.it pubblicata a marzo 2025 stima che oltre 2,7 milioni di giovani tra i 10 e i 20 anni in Italia manifestino disagi psicologici quali isolamento, apatia, ansia o attacchi di panico. Dalla pandemia, quattro ragazzi su dieci hanno sperimentato almeno una di queste difficoltà, con un’incidenza maggiore tra i 15–17 anni (46,3%) e i 13–14 (44,6%).
Secondo un’analisi condotta da Censis- Agenzia Nazionale dei Giovani, nella fascia 18–25 anni quasi il 50% soffre di ansia o depressione legata al periodo post-pandemico e il 71% dichiara di provare disagio, del quale solo il 31% dei genitori ne è consapevole. Il fenomeno dunque resta spesso inascoltato anche perché non viene condiviso.
Le tipologie di disagio più diffuse
I principali disagi rilevati nel campione 10–20 anni includono isolamento (20,3%), difficoltà nei rapporti (17,1%), apatia (11,7%), attacchi di panico (9,4%), disturbi alimentari (8,5%) e depressione (5,3%) .
Un report sulla salute mentale nazionale segnala che tra i giovani generazione Z ben 75% convive con disturbi psicologici e ciò che preoccupa di più è che spesso si ricorre al “fai da te” per i rimedi: risulta ad esempio che il 10,8% dei ragazzi tra i 18 e 24 anni assume psicofarmaci senza prescrizione.
Le cause sociali ed economiche
Le radici del disagio si trovano sia nella condizione economica sia in quella familiare. In Italia, nel 2023, il 14% dei minori, circa 1,3 milioni di persone, viveva in povertà assoluta, il livello più alto dal 2014. Se si entra nello specifico, tra i figli di genitori senza diploma, il 33,9% è in deprivazione materiale, contro il 3% dei figli di laureati.
È dunque importante constatare che c’è un pericolo anche dal punto di vista della disparità sociale, che andrebbe arginato con misure specifiche. Altro aspetto che incide su questa situazione è il mercato del lavoro, che per gli under 35 si muove nell’instabilità: nel 2022 il 41% era impiegato con contratti precari guadagnando mediamente 15.616 € lordi annui, mentre i contratti stabili arrivavano a 20.431 €.
A ciò si somma l’effetto demografico perché parliamo di una generazione più piccola, ma con meno opportunità e più competizione. La stagnazione degli stipendi è inoltre ancora più destabilizzante, perché non si riesce a far fronte all’inflazione, con una conseguente frustrazione generale.
L’influenza social network
L’utilizzo inconsapevole della rete internet e dei suoi strumenti, come i social network, influisce molto sull’acuirsi di alcuni disagi. Il legame tra social network e disturbi alimentari è ad esempio preoccupante: nell’ultimo report di Skuola.net e Associazione Di.Te. pubblicato in occasione della giornata Fiocchetto Lilla dedicata alla sensibilizzazione sui disturbi del comportamento alimentare, 3 giovani su 4 tra 9 e 24 anni si confrontano con modelli di bellezza online, e quasi la metà ha iniziato diete specifiche per adeguarsi a quegli standard.
Questo fenomeno alimenta ansia, insoddisfazione corporea e disordini alimentari.
La formazione accademica per affrontare il fenomeno
Il fenomeno del disagio giovanile non è più una questione emergente ma una realtà consolidata, tanto da rappresentare oggi una priorità anche nei percorsi universitari. Il disagio psicosociale tra adolescenti e giovani adulti è diventato oggetto di studio sistematico all’interno di programmi accademici, dove viene affrontato da più prospettive: clinica, sociale, educativa.
Si può trovare il disagio giovanile come materia di studio sia in un corso di laurea triennale in psicologia online nei percorsi di università telematiche, come Unicusano, sia nelle università tradizionali.
Questo tipo di formazione prepara figure professionali capaci di operare in contesti educativi, clinici e sociali, sviluppando competenze pratiche e teoriche fondamentali per affrontare un fenomeno che richiede visione sistemica, ascolto empatico e capacità di costruire percorsi di prevenzione e supporto.