Facciamo un po’ di chiarezza su un disturbo diffuso, del quale si conosce meno di quanto si crede: la malattia emorroidaria, cioè quella condizione in cui i cuscinetti o gavoccioli emorroidali si gonfiano, si infiammano e possono diventare sintomatici. “Ho le emorroidi”, questa espressione è diffusa ma non totalmente corretta. Scopriamo perché e cosa sono le emorroidi (o gavoccioli emorroidari) interne.
È corretto affermare di “avere le emorroidi”?
Il plesso venoso emorroidario è costituito da strutture che fanno fisiologicamente parte dell’anatomia del corpo umano. Le emorroidi o gavoccioli (o cuscinetti) sono piccoli gruppi di rigonfiamenti morbidi al tatto e altamente vascolarizzati, situati attorno al margine dell’orifizio anale (emorroidi di tipo esterno, visibili a un primo sguardo esteriore) o localizzati all’interno del canale ano- rettale (gavoccioli interni, non visibili se non con una specifica indagine anoscopica).
Questi cuscinetti anatomici non costituiscono motivo di preoccupazione, non sono patologici “da soli”, anzi: aiutano lo sfintere anale a contenere feci e gas, consentendo la normale evacuazione. Quando avvertiamo dolore, prurito o fastidio, significa che i cuscinetti sono infiammati, per tante ragioni differenti. Alcune di esse hanno a che vedere con certe nostre abitudini alimentari e comportamentali sbagliate. La linea Proctosoll ha un rimedio per ogni grado della patologia emorroidaria; inoltre, vedremo a breve come comportarci per attenuare i sintomi, in caso di disturbo conclamato, o prevenirne l’insorgenza, se ne siamo soggetti.
Le emorroidi possono essere esterne o interne, capiamo di più
Poco fa abbiamo accennato ai gavoccioli interni o esterni all’ano:
- Gavoccioli o cuscinetti interni. Non sono individuabili a occhio nudo poiché situate all’interno dell’ano e rivestite di mucosa.
- Gavoccioli o cuscinetti esterni. Sono visibili al di sotto della cute intorno all’orifizio dell’ano e sono ricoperte da pelle.
La malattia emorroidaria può riguardare sia le emorroidi interne sia quelle esterne. Quando le emorroidi sono infiammate, possono insorgere prurito, bruciore/dolore e talvolta sanguinamento. Potrebbe verificarsi anche la formazione di un coagulo di sangue (trombo) con conseguente gonfiore, infiammazione e dolore.
In particolare, conosciamo le emorroidi interne
Si sviluppano nella parte interna del canale ano- rettale e sono ricoperte della mucosa rettale. I cuscinetti interni si formano al di sopra dello sfintere, dunque non sono individuabili a uno sguardo esterno, ma solo tramite esami mirati.
I gavoccioli sono situati al di sopra della linea pectinea (o pettinea, o dentata, una linea ideale che divide il retto dall’ano). I cuscinetti emorroidali interni sono attraversati da fibre nervose che non trasmettono stimoli dolorosi. Per questa ragione, può capitare che le emorroidi patologiche non diano sintomi evidenti.
Quali sintomi possiamo osservare in caso di disturbo emorroidario?
Il quadro generale sintomatologico è vario e si può manifestare in maniera soggettiva, secondo il grado del nostro disturbo. Tuttavia, non sottovalutiamo queste condizioni, se persistenti:
- Sensazione dolorosa/prurito/pizzicore durante l’espulsione delle feci.
- Sensazione di avere corpo estraneo all’interno dell’ano.
- Avere l’impressione di non aver completato l’evacuazione (sono le emorroidi gonfie a provocare questa sensazione).
Non solo, potremmo anche notare piccole perdite ematiche (sangue rosso brillante), dopo l’evacuazione. Questa evenienza è dovuta alla rottura dei vasi emorroidari, riconducibile allo sforzo espulsivo: ricordiamo che i vasi sanguigni delle emorroidi infiammate sono molto fragili, e la cute infiammata è assottigliata e tende a rompersi con facilità.
Quando si parla di gavoccioli interni trombizzati, si fa riferimento a una complicanza riconducibile a un rallentamento della circolazione del sangue venoso emorroidario (stasi).
Cause e condizioni di incidenza del disturbo
Vi sono tre condizioni di tipo meccanico che possono spiegare il processo infiammatorio e la comparsa della patologia:
- Il tessuto connettivo e muscolare, fibroso ed elastico del canale anale si indebolisce (si parla di “sfiancamento), non riesce più adeguatamente a sostenere il plesso emorroidario, e ciò può provocare lo scivolamento e la fuoriuscita dei gavoccioli interni all’esterno del canale anale: si parla, in questo caso, di emorroidi prolassate.
- Il flusso sanguigno è alterato, a causa di un problema micro circolatorio: ciò può provocare ristagno venoso e rigonfiamento dei cuscinetti.
- Traumi a danno della mucosa ano- rettale, soprattutto al momento dell’evacuazione di feci dure e secche (stitichezza) o anche a causa di sport che sollecitano eccessivamente il bacino o la zona perianale.
Oltre a ciò, ulteriori condizioni possono promuovere la comparsa della malattia emorroidaria:
- Variazioni ormonali dovute a condizioni fisiologiche (ciclo, gravidanza).Con il graduale accrescimento di ormoni come per esempio gli estrogeni e soprattutto il progesterone, avviene un complessivo rilassamento connettivale. Non solo: l’utero aumenta di volume e comprime i vasi sanguigni del pavimento pelvico, rallentando il ritorno del sangue venoso.
- Vita inattiva e sedentaria.Può promuovere un aumento della pressione delle vene emorroidali, con una conseguente dilatazione e possibile infiammazione.
- Sforzi intensi e repentini possono causare reiterati traumi alle strutture che sostengono il canale anale, con la possibilità che compaia la malattia emorroidaria.
Come trattare e prevenire l’infiammazione emorroidale?
Tra i suggerimenti di salute e benessere, anzitutto è opportuno inserire ortaggi, frutta, legumi e alimenti integrali nella dieta, se il nostro disturbo è dovuto a stitichezza: fibre e acqua favoriranno infatti la peristalsi dell’intestino. Inoltre, per migliorare la circolazione ed evitare il ristagno del sangue venoso, è opportuno condurre uno stile di vita dinamico, fare sport o contrastando la sedentarietà con qualche passeggiata quotidiana. Oltre a queste raccomandazioni, cerchiamo di lavarci con detergenti intimi diluiti e delicati, senza strofinare troppo con carta igienica o asciugamano, ma tamponando per non aggravare l’infiammazione.