Il ricovero in ospedale, quando è necessario ricorrere a questa misura?

Nel corso della vita, può capitare a chiunque di noi di dover essere ricoverato per qualche giorno in ospedale, in seguito ad una malattia acuta o ad un trauma.
Infatti, il ricovero ospedaliero può essere disposto per assistere un paziente che necessita di cure mediche o chirurgiche sia urgenti che programmate, così come di terapie riabilitative, anch’esse immediate o ordinarie.

Chiaramente, i ricoveri urgenti hanno la priorità su quelli ordinari, tanto che gli interventi già pianificati possono essere rimandati anche all’ultimo momento, se si presentano malati in condizioni più gravi e improrogabili.

Dal punto di vista burocratico, per accedere al ricovero ospedaliero sono necessari alcuni documenti, come la tessera sanitaria e il codice fiscale; inoltre, occorre informare il personale sanitario di eventuali farmaci che si assumono regolarmente.

Grazie al fascicolo sanitario reperire esiti di esami e di visite pregresse è più semplice di un tempo; in questo modo, il medico è in grado di ricostruire l’anamnesi del paziente con maggiore completezza e celerità.

Le diverse tipologie di ricovero ospedaliero

Come accennato poc’anzi, il ricovero in ospedale può avvenire sia in situazioni urgenti che ordinarie.

In effetti, esistono tipologie differenti di ricovero, tra regime ordinario o di day hospital:

  • ordinario o Day Hospital per casi urgenti
  • ordinario o Day Hospital per trattamenti di riabilitazione
  • ricoveri per lungodegenti

I casi urgenti transitano dal Pronto Soccorso dell’ospedale, inviati dal medico curante o dalla Guardia Medica, oppure per accesso autonomo del paziente.
Ad ogni modo, è il medico responsabile del Pronto Soccorso a decidere in merito all’opportunità di procedere con il ricovero.

A seconda delle condizioni e delle cure di cui ha bisogno il malato, il medico lo invierà verso uno specifico reparto del nosocomio. Se lo ritiene necessario, può anche predisporre il trasferimento del paziente verso un altro ospedale, assicurandosi che venga accompagnato da personale qualificato.

Invece, se il ricovero è per un intervento o una terapia riabilitativa programmata, il paziente viene messo, per così dire,”in fila” con gli altri in medesima attesa, dal reparto ospedaliero stesso.

Il Day Hospital consente alla persona di ricevere terapie ed eseguire esami programmati, senza dover pernottare presso l’ospedale.

Lo stesso avviene per il Day Surgery, ovvero, il ricovero giornaliero per intervento chirurgico; in questo caso, il paziente è in grado di poter lasciare l’ospedale poco dopo l’operazione, evitando così di dover passare la notte nella struttura.

La routine quotidiana di un malato durante la degenza in ospedale

In un reparto di degenza ospedaliera i ritmi sono scanditi da ferrea routine, che medici e infermieri rispettano rigorosamente.
C’è un tempo per svolgere ogni attività, dai pasti all’igiene, dagli esami alle visite di parenti e amici.

Ad orari prestabiliti, i medici sono a disposizione dei parenti più stretti per ragguagliarli sulle condizioni di salute del paziente e sull’andamento delle terapie.

A seconda del tipo di reparto poi, i regolamenti vengono applicati con più o meno rigidezza, nell’interesse dei malati e della qualità delle cure loro dispensate.

I pazienti ricoverati hanno il diritto di conoscere il proprio stato di salute e come i medici intendono curarli.
Infatti, il diritto all’autodeterminazione di ogni persona è fondamentale e lo si può assicurare solo attraverso il consenso informato.
In alcuni casi, già durante il ricovero, i familiari autorizzati dal paziente possono prendere visione della sua cartella clinica, specialmente nei casi di persone con decadimento cognitivo, ma è ovvio che ciò non può prescindere da un confronto con il medico di riferimento.

La cartella clinica informatizzata tiene nota di tutte le informazioni

In parallelo a qualsiasi tipo di ricovero viene disposta una cartella clinica, che fa riferimento al paziente dal momento in cui viene preso in carico dalla struttura sanitaria fino a quando ne viene dimesso.

Nella cartella clinica confluiscono tutte le informazioni che riguardano il malato, comprese tutte le attività che vengono svolte da medici, infermieri, specialisti e personale di sostegno.

Per agevolare la raccolta delle informazioni e la loro consultazione, la cartella tradizionale in forma cartacea è stata sostituita oramai in molti ospedali dalla cartella clinica informatizzata.

Per le strutture di assistenza sanitaria, utilizzare il formato digitale ha significato fare un grande balzo in avanti verso la modernità e semplificare enormemente il lavoro di tutto il personale, sia esso medico, infermieristico o altro.

Per saperne di più, sulle potenzialità del digitale, è possibile consultare il sito di Advenias, azienda specializzata nella creazione di software per cartella clinica informatizzata.

Per chiunque operi all’interno di un ospedale o di una casa di cura, avere sempre a portata di mano tutte le informazioni di cui può aver bisogno, è un traguardo davvero eccezionale.

Le dimissioni dall’ospedale, come funzionano?

Una volta che il medico non ritiene più necessario il ricovero di un paziente, può procedere alle sue dimissioni.
La lettera di dimissioni è un documento che viene consegnato al paziente ma indirizzato al suo medico di base.
Infatti, nella lettera vengono riassunte tutte le prestazioni terapeutiche eseguite sul pazi ente durante il ricovero e indicate le sue condizioni al momento delle dimissioni.

Inoltre, può indicare eventuali terapie farmacologiche da proseguire o ulteriori esami di controllo da eseguire.
Con le dimissioni di un paziente si chiude in automatico anche la sua cartella clinica che, tuttavia, resta a disposizione nel tempo per una successiva consultazione.