Come Bonificare un tetto in Eternit? Ecco la procedura corretta

L’Eternit è un materiale molto resistente, composto da cemento e amianto, ideato nei primi anni del Novecento per realizzare strutture edilizie come tetti, tettoie e tubature.

Il suo nome, derivante dal termine latino “aeternitas”, che significa “eternità”, fu scelto con l’intento preciso di sottolineare l’indistruttibilità degli elementi architettonici realizzati con questo nuovo materiale leggero, versatile, resistente al calore, impermeabile ed economico.

Nel corso degli anni numerosi studi dimostrarono la pericolosità di questo composto per la salute dell’uomo e per l’ambiente, e il Governo Italiano con la legge italiana nel 1992 ne vietò l’utilizzo: da quel momento in poi, le coperture furono effettivamente realizzate con materiali più sicuri, ma, a oggi, nei vecchi edifici pubblici e privati e nei capannoni industriali non è poi così difficile trovare ancora tetti realizzati in Eternit.

Andiamo quindi a scoprire insieme qual è la procedura corretta per bonificare un tetto in Eternit e per smaltire in piena sicurezza il materiale di risulta.

Che cos’è l’Eternit

L’Eternit è un materiale composto da cemento e amianto, un minerale naturale a struttura microcristallina, di aspetto fibroso, che si ottiene tramite l’attività estrattiva.

Brevettato agli inizi del 1900, una volta conosciuto e divenuto popolare, è stato largamente utilizzato per realizzare fioriere e tubature per acquedotti. Grazie alla sua versatilità e al suo costo contenuto, si è però assistito al suo più vasto impiego nelle enormi coperture dei capannoni industriali e degli edifici pubblici, come scuole, ospedali, cinema e palestre, e nell’edilizia privata.

Negli anni ’60 del Novecento, dopo alcuni studi appositamente commissionati, si iniziò a dimostrare che la polvere di amianto, che si sprigionava in seguito all’usura delle strutture realizzate in Eternit, provocava una grave forma di cancro, il mesotelioma pleurico, e l’asbestosi, ovvero una malattia polmonare cronica legata all’inalazione di fibre di amianto.

Come si riconosce un tetto in Eternit

Per i non esperti, non è semplice capire se un tetto è realizzato in Eternit oppure no.
Molto spesso, infatti, si tende a banalizzare il problema, basandosi solo sull’aspetto esteriore delle coperture dei tetti: se esse sono realizzate in lastre ondulate, si dà per scontato che sia presente l’amianto.

In realtà, solamente i tecnici più esperti del settore possono esprimersi con estrema sicurezza e precisione, solo dopo aver effettuato un sopralluogo per verificare la tipologia dei materiali utilizzati e la loro eventuale pericolosità.

Come si bonifica un tetto in Eternit

Una volta che il sopralluogo dei tecnici qualificati ha confermato la presenza di Eternit in una copertura, il proprietario dell’immobile è tenuto per legge a segnalarne la presenza alle autorità locali.

In seguito, per eliminare il tetto in Eternit è necessario rivolgersi nuovamente a ditte specializzate nella bonifica e nella rimozione dell’amianto e iscritte all’Albo dei Gestori Ambientali, come MBA Ambiente Milano che opera in Lombardia e in tutto Nord Italia. Questi professionisti, infatti, non solo sono esperti dal punto di vista pratico, andando a individuare caso per caso la miglior tecnica di intervento, ma hanno anche in dotazione tutte le protezioni – come tute, guanti e mascherine – adatte a scongiurare ogni potenziale pericolo per la loro salute, per quella dei proprietari dell’immobile e per l’ambiente.

Il Ministero della Salute ha regolamentato con il Decreto Ministeriale del 6 settembre 1994 i tre metodi principali d’intervento per la bonifica dei materiali contenenti amianto: la rimozione e lo smaltimento dell’amianto, l’incapsulamento e il confinamento.

I tre metodi principali per bonificare un tetto in Eternit

La rimozione è la procedura più efficace e risolutiva, poiché elimina l’Eternit, asportando completamente le coperture tramite particolari procedure, e lo smaltisce in tutta sicurezza.

L’incapsulamento di un tetto in Eternit consiste invece nel trattare le strutture contenenti amianto attraverso tecniche specifiche che ne prevedono la totale copertura con numerosi strati di apposite vernici di colori diversi, in modo da inglobarle in una pellicola protettiva. Va sottolineato però che questa procedura può essere effettuata solo se le coperture in Eternit sono in buono stato di conservazione e non presentano crepe, fratture e tagli che rischino di disperdere nell’aria le fibre di amianto, tanto pericolose da respirare.

Il confinamento è l’ultimo metodo utilizzato per risolvere questo problema e prevede l’installazione di barriere che isolino le strutture in Eternit all’interno di nuove coperture particolarmente resistenti, verniciate con appositi prodotti contenitivi.

Come si smaltisce correttamente l’Eternit

La parte conclusiva dell’intervento di rimozione dell’Eternit riguarda il suo corretto smaltimento, sempre da parte di tecnici specializzati, nelle apposite strutture.

Una volta che i professionisti hanno rimosso, in piena sicurezza, i materiali contenenti l’Eternit, è necessario procedere con la loro completa eliminazione attenendosi alla normativa vigente.

Tutti i materiali di risulta e le protezioni individuali, come tute, guanti e mascherine, utilizzati durante l’operazione, sono considerati rifiuti speciali e pertanto vanno smaltiti all’interno di discariche autorizzate, dopo essere stati insacchettati e sigillati perfettamente.